Famiglia
Immigrati, è lanno di chi vuol restare
Il rapporto Caritas sull'immiggrazione è inequivocabile: sempre più numerosi gli stranieri intenzionati a vivere e lavorare in Italia. Una scheda
Èarrivato ?il tempo dell?integrazione?. Dopo undici anni di analisi del fenomeno migratorio italiano il Dossier immigrazione 2001 della Caritas indica fin dalla sua intestazione qual è il succo delle nuove rilevazioni statistiche. Finita l?illusione di essere terra di passaggio, i dati dimostrano una consolidata tendenza alla stabilizzazione degli immigrati in Italia, e quindi l?urgenza di incentivare le politiche di integrazione.
Al 31 dicembre 2000, i cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno erano 1.388.153, con un aumento di 137mila unità, l?11 per cento in più dell?anno precedente. A questi numeri andrebbero aggiunti 200mila minori e circa 100mila permessi nuovi o rinnovati ma registrati in ritardo. Ne risulta che la presenza regolare effettiva è di 1.687.000 persone (con un aumento dei permessi regolari del 21,5 per cento), dato che sfiora il 3 per cento della popolazione, cioè un immigrato ogni 35 residenti. Può essere d?aiuto ricordare che in Francia vive uno straniero ogni 15 abitanti e in Germania, Austria e Belgio essi rappresentano il 10 per cento della popolazione. Le ultime stime sull?immigrazione irregolare, invece, risalgono al 1997 e parlano di 300mila persone.
Il peso della irregolarità si sente soprattutto tra la popolazione carceraria: un terzo dei detenuti infatti è extracomunitario e il 78 per cento di questi non ha il permesso di soggiorno. È la condizione stessa di clandestinità a essere criminogena, dice il dossier, e invita a distinguere tra la criminalità e il delinquente occasionale. Soprattutto perché la maggioranza degli immigrati sta facendo un grande sforzo per stabilizzarsi, segnala la Caritas. A indicarlo è la presenza delle donne, che sono il 45,8 per cento del totale, il numero di persone sposate (676mila, più dei celibi/nubili), i numerosi ricongiungimenti familiari, che si collocano intorno al 25 per cento dei permessi richiesti. In particolare è la presenza dei minori stranieri che dovrebbe far riflettere sul nostro futuro demografico e culturale.
Nel quinquennio 1996-2000 i minori sono più che raddoppiati, passando da 125mila a 278mila, e aumentando con un ritmo molto più elevato rispetto agli immigrati residenti (rispettivamente 120 e 66 per cento). L?incidenza dei minori sulla popolazione immigrata totale, inoltre, è del 19 per cento con punte del 27 per cento in Lombardia. Lo scorso anno 22mila ragazzi hanno raggiunto i loro genitori in Italia, mentre ne sono nati qui 26mila. Non stupisce quindi che la presenza di studenti figli di immigrati sia quintuplicata in dieci anni: oggi sono 147.406, la maggioranza studia nelle scuole elementari (44 per cento), provengono da 182 gruppi etnici diversi, seguono 18 credi religiosi e parlano effettivamente 182 lingue. A sorpresa, la maggioranza degli stranieri non è musulmano, ma cristiano (il 48 per cento). Una configurazione che merita politiche culturali molto accorte.
«Ci troviamo in una strano momento, in cui mentre l?immigrazione si stabilizza c?è chi la vuole precarizzare», è il commento di Franco Pittau, fondatore e responsabile del progetto Dossier immigrazione della Caritas, riferendosi ai recenti progetti del governo di riscrivere la legge Turco-Napolitano.
È sulla restrizione dei meccanismi d?entrata che Pittau ha le riserve maggiori, in particolare sull?eliminazione della sponsorizzazione. «I parametri per concedere la sponsorizzazione sono già esigenti, visto che comprendono la casa e il lavoro, e non credo che la gente si impegni tanto per far venire in Italia un conoscente o un parente senza garanzie. C?è chi sostiene che lo sponsor sia un mezzo della criminalità organizzata per far entrare per vie legali candidate alla prostituzione o altro», continua Pittau, «ma io mi chiedo se si possa parlare di questo per tutte le 15mila sponsorizzazioni concesse nel 2000. Si facciano controlli sugli sponsor, ma non si rinunci a questo strumento di ?immigrazione accompagnata?».
Sul fronte dell?occupazione, nel 2000 per i lavoratori stranieri sono stati creati 110.575 nuovi posti di lavoro, per lo più in fabbrica, nei servizi e lavori stagionali. Il saldo tra assunzioni e cessazioni è un tasso positivo del 28 per cento.
La quota di 63mila nuovi lavoratori programmata per il 2000 è stata coperta da 58.038 autorizzazioni di cui il 58 per cento per contratti stagionali; a questi si sono aggiunti 15mila sponsorizzati, ma solo 3.568 persone delle liste di prenotazione depositate presso le ambasciate italiane all?estero.
LA SCHEDA
Quanti sono
– Immigrati regolari in Italia: 1.687.000
Variazione sul 2000: + 21,5%
Uomini: 54,2%
Donne: 45,8%
Minori: 19%
Fascia di età 25-49 anni: 62%
Da dove vengono
Europa: 40,1%
Africa: 27,8%
Asia: 20%
Americhe: 11,9%
Oceania: 0,2%
Chi entra e chi esce
Ingressi nel 2000: 155.264
Espulsioni: 23.836
Decreti di espulsione: 64.734
Espulsioni alle frontiere: 42.000
In attesa di regolarizzazione 34.000
Luci e ombre
Immigrati senza casa: 50.000
Immigrati in carcere: 55.383
Minori non accompagnati: 8.307
Immigrati disoccupati: 10,7%
Lavoratori in nero: 400.000
Rimesse inviate nel 2000: 1.139 mld
% su nuovi assunti: 28%
% su persone ricoverate: 2%
Le religioni
Cristiani: 48%
Musulmani: 37%
Religioni orientali: 7%
Altre religioni: 8%
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